Possibilità di finanziamento per la transizione ecologica in Svizzera
Nel dicembre 2022, 196 Stati in tutto il mondo, tra cui la Svizzera, hanno firmato il Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework (GBF) e si sono impegnati a fermare la perdita di natura e biodiversità. L'accordo quadro comprende obiettivi globali da raggiungere entro il 2030 e oltre, al fine di proteggere e gestire in modo sostenibile la biodiversità. Per consentire alla Svizzera di conseguire i propri obiettivi nazionali in materia di biodiversità nell'ambito di questo accordo, sono necessari investimenti adeguati. La pressione sulla natura svizzera è in aumento, a causa – tra l’altro – dello sfruttamento non sostenibile del suolo, dell'inquinamento e dei cambiamenti climatici. Il governo svizzero sta quindi integrando sempre più la natura nei suoi approcci normativi e di vigilanza, come si osserva anche in altre giurisdizioni. A differenza del tema del clima, tuttavia, le esigenze finanziarie non sono mai state quantificate. Ciò è sicuramente dovuto anche al fatto che per la natura non esiste un percorso di riferimento globale, ovvero un equivalente del «netto zero», e quindi non esistono valutazioni nazionali del fabbisogno finanziario.
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Per colmare questa lacuna, l'Associazione svizzera dei banchieri (ASB) ha commissionato alla società di consulenza globale Boston Consulting Group (BCG) e Quantis, la società di consulenza in materia di sostenibilità appartenente al BCG, uno studio mirato a quantificare il fabbisogno finanziario necessario per raggiungere gli obiettivi svizzeri in materia di natura. Oltre ai dati numerici, lo studio fornisce anche informazioni sul ruolo delle banche nella gestione degli impatti nazionali e globali sulla natura in Svizzera e identifica meccanismi per adattare il finanziamento della natura. Ciò crea per la prima volta una base quantitativa di fatti per la collaborazione con responsabili politici, istituti finanziari e altri gruppi di interesse. Per lo studio sono stati innanzitutto definiti i principali dieci settori di finanziamento, fondamentali per la resilienza della natura in Svizzera e quindi analizzati per identificare le opportunità di finanziamento che si presenteranno alle banche svizzere da oggi al 2050.
Necessità di ulteriori investimenti nelle infrastrutture idriche e nell'agricoltura rigenerativa
Lo studio è giunto alla conclusione che i cambiamenti naturali in Svizzera richiederanno investimenti annuali pari a 5,3 miliardi di franchi svizzeri entro il 2050, l'85% dei quali sarà finanziato dal settore pubblico a causa dell'elevata percentuale di beni pubblici e della limitata redditività economica di molte misure. Tra i principali settori di finanziamento – oltre il 75% del fabbisogno totale – figurano le infrastrutture idriche (compresa la gestione delle acque reflue, la rivitalizzazione dei fiumi e altre soluzioni basate sulla natura, nonché il risanamento delle centrali idroelettriche) e l'agricoltura rigenerativa (compresi gli investimenti di capitale nelle pratiche agricole e il sostegno al reddito per gli agricoltori in fase di conversione). Le spese attuali in questo settore ammontano a circa 3,2 miliardi di franchi all'anno sotto forma di investimenti esistenti, finanziati prevalentemente con fondi pubblici destinati alle infrastrutture idriche e alle sovvenzioni agricole legate alla biodiversità. Per coprire il fabbisogno finanziario complessivo di 5,3 miliardi di franchi sono necessari ulteriori 2,1 miliardi di franchi all'anno, con un aumento di circa il 66% rispetto al livello attuale. Potendo considerare che nei prossimi anni la situazione delle finanze pubbliche rimarrà tesa, sarà indispensabile mobilitare maggiori risorse private per raggiungere gli obiettivi della Svizzera in materia di natura.
Investimenti e crediti, consulenza e finanziamento di progetti naturalistici
Finora il tema della natura era considerato un argomento di nicchia per l'industria finanziaria globale. Tuttavia, Lle banche svizzere hanno ormai riconosciuto l'importanza di questo tema e stanno iniziando a integrare la natura nelle loro strategie di sostenibilità e a valutare i rischi legati all'ambiente naturale, nonostante, investendo continuamente in infrastrutture di adeguamento e in coperture assicurative, siano esposte solo in misura limitata ai rischi naturali sul territorio nazionale. Tuttavia, le sfide poste dalla natura stanno generando nuovi modelli imprenditoriali che offrono alle banche opportunità di finanziamento per affrontare l'impatto globale della natura. Le banche possono sostenere la trasformazione legata alla natura in Svizzera, offrendo strumenti di finanziamento sostenibile come prestiti e obbligazioni verdi e responsabili, prestando attenzione al finanziamento sostenibile della catena di approvvigionamento, offrendo consulenza su misura ai clienti, in particolare alle PMI con capacità di sostenibilità limitate, e consentendo finanziamenti attraverso partnership con attori dell'ecosistema, nei casi in cui esistono domanda e disponibilità di progetti. La loro capacità di influenza è comunque limitata.
Finanza mista e cofinanziamento privato di beni pubblici come possibili soluzioni
Affinché in futuro le banche possano mettere a disposizione capitale naturale su scala più ampia, occorre innanzitutto superare alcuni ostacoli: da un lato servono segnali di domanda più forti, una pipeline di progetti su cui poter investire, dati più uniformi e benchmark comuni, da utilizzare come linea guida per le misure future. Dall’altro, gli investitori privati devono affrontare numerose sfide quali rendimenti finanziari limitati sugli investimenti in capitale naturale, parametri frammentati e mancanza di quadri normativi standardizzati. I meccanismi di economia di mercato come la finanza mista, sfruttati per ridurre il rischio di progetti non ancora sostenibili, per esempio attraverso l'uso di garanzie, prestiti a interesse ridotto (i cosiddetti prestiti agevolati) o capitale per l'assunzione mirata di perdite (il cosiddetto capitale di prima perdita) – e il cofinanziamento privato di beni pubblici per mobilitare capitali per infrastrutture o servizi pubblici con flussi di cassa stabili – per esempio attraverso partnership pubblico-private, prestiti «verdi» o obbligazioni «verdi» – possono tuttavia contribuire a migliorare la sostenibilità economica. Infine, la collaborazione tra banche, attori pubblici, istituti di ricerca e società civile può migliorare la qualità dei dati, portare allo sviluppo di indicatori comuni e sostenere una più ampia mobilitazione di fondi.